La Parrocchia di S. Felice Martire fu fondata tra il 1581 e il 1585.
Inizialmente la chiesa non aveva né la struttura né le dimensioni attuali.
Era circa la metà e vi si accedeva dal vico Parrocchia. Era a tre navate e l’altare maggiore era quello attualmente dedicato alla Madonna di Pompei.
Nel 1808 si decise di ristrutturare la chiesa che versava in condizioni deplorevoli , ci fu una gara di solidarietà tra i fedeli della parrocchia, che consentì non solo di riportare la chiesa agli antichi splendori ma anche di ampliarla.
Infatti per accedere da via Concezione furono costruite tre maestose scalinate che portavano ad altrettanti porte. Attualmente le scalinate laterali sono adibite ad aiuole .
La forma attuale della chiesa è a tre navate, ci sono sette altari tutti di marmo.
L’altare maggiore è il più pregiato e fu trasportato dalla vicina chiesa dei soppressi padri Guglielmini di Monteverdine, ove dal 1854 si trovavano i padri barnabiti.
Ai lati di questo altare vi è da una parte lo stemma dell’ordinario del tempo e dall’altro lo stemma bipartito dell’abate ordinario di quell’epoca.
Da Pio IX fu dichiarato altare privilegiato, con rescritto della sacra congregazione delle indulgenze.
Sull’altare maggiore attualmente vi è la statua dell’Immacolata, ma un tempo vi era una grande tela rotonda raffigurante S. Felice in abito sacerdotale portato da puttini.
Nella navata a destra si venera un bellissimo crocifisso recentemente restaurato. Poi a troviamo l’altare dedicato alla Madonna di Pompei del 1777, l’altare dedicato a Santa Maria a parete e una bella statua a mezzo busto di S. Anna, più avanti vi è l’altare dedicato al Sacro cuore di Gesù del 1806 e la statua dell’Addolorata, dove un tempo c’era la statua di S. Luigi.
La statua Santa Maria a parete risale ai primi decenni del 1400, di grande valore artistico, ma di ignoto autore, era ignoto dorato e rappresentava la Vergine Maria come regina seduta sul trono, con addosso il mantello regale e in testa il diadema, mentre sostiene con le mani il bambino( scolpito nello stesso tronco della Vergine) in piedi che si sporge per benedire.
Il nome di S. Maria a Parete (apparsa o ad parietam) le fu dato più tardi e bisogna riconnetterlo all’apparizione dell’omonima Madonna il 24/04/1514 a Liveri della diocesi di Nola, donde ne venne il culto, come era già accaduto per San Felice Martire.
La statua nell’anno Santo 1950 fu esposta a Napoli alla mostra della scultura lignea della Campania dal sec. XII al sec. XVII, tenutasi nel palazzo reale di Napoli e fu giudicata “tra le più raffinate creazioni della scultura lignea meridionale, avvolta in un armonioso ritmo compositivo che ne avvalora la solennità e il profondo sentimento umano”. La statua è stata rubata la notte del 09/07/1985. Nel 1990 fu rubata anche la copia.
Si venera con grande devozione una maestosa statua in legno della Vergine dell’Immacolata concezione che si trova sull’altare maggiore. È un capolavoro di raffinato scalpello di autore ignoto del 1600. L’antica tradizione vuole che questa statua fosse appartenuta alla famiglia Carafa, duchi di Maddaloni e marchesi di Arienzo che fu regalata al signor Francesco Dragone e questi nel 1700 ne avesse fatto dono alla chiesa di San Felice Martire.
La statua è stata restaurata nel 1895, nel 1956 e nel 1990.
Nella navata sinistra, di chi entra, si trova un bel battistero in marmo, l’altare dell’addolorata, del 1803 a devozione del Can. Capobianco, una magnifica tela di Angelo Mozzillo dello stesso periodo, che esprime la S.S. Vergine Addolorata. Vi è un’altra tela di scarso valore, che attualmente si trova nella sacrestia, che raffigura San Vincenzo. Vi è poi l’altare dedicato a S. Antonio del 1806 a devozione della fam. Riccio, l’altare dedicato a San Felice, la statua di S.Giuseppe.
Altre statue sono: Santa Lucia, S.Pio da Pietralcina, un quadro di S.Giuseppe Moscati, un quadro della Vergine dell’arco e uno di Gesù misericordioso.
Vi sono le 15 stazioni della via Crucis, donate nel 2006 dall’amministrazione comunale.